Soddisfazioni, delusioni, timori, speranze al termine dell’anno scolastico (2003)

“Siamo ormai al 23 maggio e per fortuna l’anno scolastico sta finendo. Ho detto “per fortuna” perché quest’anno, quasi come l’anno scorso, è stata dura andare avanti; sono molto contento perché, anche se con qualche difficoltà, sono riuscito a crescere. Quest’anno ho imparato molto, non solo per quanto riguarda il computer o le altre materie, ma soprattutto perché ho imparato a vivere, ad essere più forte per superare i muri della vita, a riemergere da laghi e persino da mari di guai, ad essere un po’ più umile, come una canna che al vento si piega ma non si spezza e a non essere come un albero che, per “orgoglio”, al vento non si piega ma poi si spezza. Sono molto contento e soddisfatto di come sono cresciuto, dei pensieri e delle responsabilità che sono nati dentro di me. Forse sto un po’ correndo perché, come dice anche Leopardi nella poesia “Il sabato del villaggio”, non devo sprecare la mia giovinezza per attendere di crescere come un grande, ma devo godermela. Sono molto soddisfatto anche perché, sotto consiglio di Leopardi, sono riuscito ad alternare spesso lo studio al gioco facendo sempre, o quasi sempre, il mio dovere. Caspita! Che bella vita! Sembra quella di una favola! No, non è una favola! La mia vita quest’anno non è stata solo piena di soddisfazioni, ma anche di delusioni. Come ho già detto prima, ho cercato di abbassare il mio orgoglio e questo mi è costato tanta sofferenza e molte delusioni da parte di alcuni professori che hanno approfittato di questo mio nuovo modo di “tenere la testa bassa”. Sono rimasto deluso perché credevo di avere la fiducia di alcuni professori che invece, al primo sbaglio, mi hanno subito abbandonato. Non so come, non so grazie a chi o a che cosa, sono riuscito ad andare avanti. A questo punto mi viene un dubbio: e se fossi cresciuto e maturato grazie a queste delusioni? Se così fosse allora mi viene da pensare che per diventare grandi bisogna avere delle delusioni e riuscire a superarle. Ora sono ancora piccolo e magari non ci capisco niente dell’età adulta, ma di una cosa sono certo: se ci saranno grandi delusioni e riuscirò a superarle, allora avrò anche tante soddisfazioni. Lo so, sono volato troppo in alto perciò torniamo alla scuola. Come l’anno scorso penso di essere andato bene a scuola e quindi non ho di che preoccuparmi. Mi preoccupo però per un mio compagno di classe: ha studiato poco e niente, si comporta spesso male ed ha dei voti bassissimi. Per me sarebbe una grande sofferenza non averlo in terza, come spezzare ad un cavallo una zampa: esso continuerà a vivere, ma non potrà più continuare a percorrere la strada della sua vita galoppando felice. È una situazione grave la sua, ormai è rimasto pochissimo tempo, ma spero che la mia amicizia possa dargli la forza di andare avanti e superare quest’ultimo tratto di scuola. Spero di poterlo incontrare questa estate per complimentarmi con lui per il passo da gigante che ha fatto, di poterlo guardare e dirgli: “sono fiero di un amico così!”. Spero di averlo ancora accanto l’anno prossimo ed andare avanti sempre insieme come una cosa sola, come la testa non può vivere senza il corpo ed il corpo senza la testa. Spero di potere arrivare al giorno degli esami, uno vicino all’altro, ad incoraggiarci a vicenda per riuscire a superare quest’importante sfida che la vita ci pone. Spero che un giorno, anche se finiti in scuole diverse, saremo sempre uniti dalla catena dell’amicizia, una catena indistruttibile che neanche il più cattivo nemico della nostra vita potrà distruggere. Spero di non avervi annoiato: la mia vita è sì semplice, ma è piena di emozioni!”

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Lingue: Italiano. Tematiche: Fede, Sofferenza, e Amicizia. Categorie: Riflessioni.

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"E poi un giorno la luce, il pianto, non di sofferenza, ma quasi di commozione..."

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